venerdì 25 aprile 2014

HO VISSUTO UN'ENORME BUGIA.

7/01/'14

Giovanni Truppi era "nostro".
la prima volta che siamo usciti insieme sapendo cosa stavamo facendo (più o meno), siamo andati al suo concerto.
alcune sue canzoni sembrano parlare di noi.
domenica, ascoltando (per la prima volta da che ho chiuso definitivamente) quelle canzoni dal vivo, mi ha fatto male il cuore e non trattenevo le lacrime.
ho ricordato ogni bacio e carezza e sguardo di quella sera di luglio.
e inevitabilmente anche la notte prima, che abbiamo passeggiato tutta la notte vicino al mare per calmare la mia irrequietezza per poi finire a salutare il nuovo giorno a San Martino da dove i colori dell'alba -oltre a dipingere una napoli che non vedevo così bella da tanto- mi sembrava stessero dando una nuova luce alla mia vita promettendomi felicità.
e quelle promesse le sentivo anche nelle sue carezze, che così dolci non me ne ha più date. sembrava che con quel tocco delicatissimo volesse stamparmi sul volto tutto l'amore che ancora non c'era... ma pareva la promessa che sarebbe nato.
credo di non aver più sentito l'intensità che c'era nei baci e nelle carezze di quelle due notti, dopo di allora. solo piccoli squarci ogni tanto nel grigio dell'infelicità che cresceva. ma sono pochi istanti sporadici, che ricorderò sempre come momenti di indescrivibile felicità ma che non sono bastati.
è bastato invece poco perché il rosa delle promesse dell'alba passasse al grigio delle sue bugie e del mio dolore.

da subito gli avevo chiesto solo sincerità, anche se avesse dovuto farmi male.
preferisco sapere cosa sto vivendo, per capire quanto ha senso investire i miei sentimenti... e se ci sono altre persone in ballo, io devo saperlo per essere libera di decidere se mi sta bene e comportarmi di conseguenza. io sono sempre stata trasparente, ma a senso unico. a maggior ragione, se mi sento dire "e ora che so che chiuderesti con me se io stessi con altre, secondo te, te lo dico?"... mi viene qualche dubbio sulla buona fede di chi ho di fronte.
io ho sempre solo chiesto che mi venisse detta la verità e invece mi sono state dette solo bugie su bugie. non c'è stato un solo momento in cui io mi sia sentita rispettata e trattata come meritavo. neanche in quegli sporadici istanti in cui mi sembrava di essere felice: era una costruzione della mia mente, un'illusione che -nonostante tutti gli indizi suggerissero altro- non accennava a sparire. avevo idealizzato lui e tutta la storia. credevo che quel broncio, quell'aria cupa, quello sguardo profondo ma imperscrutabile e impenetrabile, quella macchia nera e quel sorriso raro ma incantevole nascondessero un mondo oscuro ma in senso positivo e ammaliante, di certo non minaccioso e pericoloso. evidentemente non sempre il nero è un colore buono.
le mie aspettative venivano ogni giorno disattese. tutto l'entusiasmo dell'inizio, le mie proposte di passare del tempo da soli lontani dal mondo e dalle paure... venivano puntualmente boicottati. e senza spiegazioni. per cui io finivo per dare la colpa a me che non ero abbastanza, e non mi veniva difficile crederci dato che quasi 5 anni fa qualcuno mi ha convinto che fosse così e quindi stavano riaffiorando tutte le insicurezze che mi porto dietro da allora. e anche F. mi ha lasciata convincermi che fosse così, omettendo particolari (sulla sua non libertà emotiva) che mi avrebbero aiutata a capire e a decolpevolizzarmi e a scappare da qualcosa che era già scritto che mi avrebbe distrutta.

ma quei particolari sono emersi nel peggior modo possibile: dalla bocca di un'altra persona; una persona che fino ad allora mi era stata nominata poco e quelle poche volte era stata descritta come una porta chiusa che non si sarebbe mai potuta riaprire perché non era stata niente di importante. salvo poi scoprire che parlavano -dopo soli due mesi di storia- di matrimonio e figli; che avevano chiuso solo perché lui non si fidava di lei e non perché avesse smesso di amarla; che fino a due giorni prima che io tornassi da una vacanza (periodo in cui in vari modi avevo espresso dubbi e sospetti sentendomi dipingere come pazza visionaria e rompipalle irrispettosa dei dolori altrui), aveva continuato a dirle che l'amava e che voleva stare con lei e quindi a provare a recuperare il rapporto. tutti particolari (ho tralasciato quelli più intimi) che non mi ha raccontato lui, ma LEI una notte sotto casa... con un sorriso beffardo stampato sul volto che mi suggeriva che stava godendo nell'umiliarmi.
e non ho mai smesso di chiedermi cosa sarebbe successo se non avessi incontrato quella specie di femmina orribile, quel demonio che paradossalmente in quel momento tra i due era l'unica capace di sincerità. se non ci fosse stata lei a dirmi, con tutta la cattiveria che aveva in corpo, la verità... lui ne sarebbe mai stato capace? mi avrebbe mai detto quelle cose (che non erano proprio particolari trascurabili)? o avrebbe continuato a tenermi all'oscuro di tutto? a mentirmi, a illudermi... per tenermi buona nell'attesa di capire se lei lo volesse davvero, se potesse davvero fidarsi di lei: e in quel caso sarebbe corso da lei senza neanche darmi una spiegazione; in caso contrario sarebbe rimasto da me, accontentandosi (ovviamente senza che io sapessi nulla dei suoi tormentati passaggi). ma io non sono e non voglio essere la seconda scelta per nessuno. o ci sono solo io, o preferisco non esserci.

è per questi motivi che pretendo sempre onestà: perché prima o poi le bugie vengono smascherate e quando succede mi sento crollare il mondo addosso; da quel momento non mi fido più; non so più cosa è realtà e cosa è finzione. chi mente con tanta facilità mi spaventa: passo il tempo a temere che possa farlo ancora e ancora e ancora. se mi dice che c'è il sole mi porto l'ombrello... non credo più a nessuna delle parole che gli escono dalla bocca... rischierei di non credergli neanche se mi dicesse che mi ama, anzi soprattutto non crederei al suo amore.
ecco cosa è successo.
e non so perché ho deciso di ascoltare le sue spiegazioni che già allora mi suonavano falsissime. non so spinta da cosa, da quale impulso autolesionista, gli ho dato un'altra possibilità fingendo di credere alle sue ennesime bugie dette solo per lasciarsi una porta aperta. fatto sta che così è andata: io sono ripartita per altre due settimane, ma mi mancava ed ero già innamorata persa e non sono riuscita a chiudere. in questi casi è chi dei due non ama che deve prendersi la responsabilità di chiudere per non fare del male all'altro... se ha la sensibilità di rendersene conto. quella sensibilità proprio non ce l'ha avuta.
io sono partita piena di dubbi che inevitabilmente gli vomitavo addosso. quei dubbi non venivano dipanati in alcun modo, neanche quando sono tornata e gli ho fatto le domande definitive, quelle importanti... non ho mai avuto risposte, o comunque mai risposte chiare. quasi solo silenzi che però erano eloquenti: mi dicevano che io lì non ci facevo proprio niente, che ero un'intrusa che aveva disturbato l'amore della sua vita, un ostacolo per loro due. e quelle poche parole che pronunciava quando non ci pensava troppo, nella spontaneità rara dei momenti in cui riusciva a non architettare furbe (neanche tanto) costruzioni e quindi a non mentire... mi lasciavano intuire che non sarei mai stata per lui quello che lui era per me, che non mi avrebbe mai amata (anche se non ha mai avuto le palle di parlare chiaro). e io allora che ci facevo lì al suo fianco? dovevo aspettare paziente che si innamorasse di me o -nell'eventualità (probabilissima) che non fosse successo perché o succede subito o non succede più- che si innamorasse di qualcun'altra mentre io stavo a guardare e gli tenevo compagnia?

non so se pensava di poter fingere che non fosse successo nulla e che quella non esistesse e che questo mi potesse bastare per superare la cosa.
ma a me non mi stava bene quello che percepivo, mi sembrava di accontentarmi. e non sono fatta per accontentarmi. così ho voluto spingermi al limite e l'ho esasperato fino a farlo scappare. io sapevo che se avessi continuato a comportarmi come stavo facendo, l'avrei perso. ma era proprio quello che volevo: la verità è che ero io quella esasperata e lo scontro l'ho cercato. ero stanca di non sapere; di restare all'oscuro di ogni suo pensiero; di non potergli fare domande perché doveva essere lui a decidere quando e di cosa si poteva parlare per non turbare la sua tranquillità (e alla mia chi ci pensava?); di restare chiusa fuori dal suo mondo col rischio di non sentirmi mai all'altezza, di sentirmi messa sempre alla prova, di avere la sensazione di non conoscere davvero chi avevo accanto.
se fossi stata diversa... se fossi stata capace di stare al mio posto, senza fare domande scomode; stando ai suoi tempi che non tengono conto dei miei; sopportando in silenzio le incongruenze e le bugie; accettando le contraddizioni senza mai farle emergere; fingendo che il suo recente passato (forse neanche troppo passato) non fosse poi così ingombrante; accontentandomi delle briciole senza mai pretendere il tutto che voglio e che mi spetta e che mi merito... forse avrebbe potuto funzionare.
ma non sarei stata io.
ho preferito essere me e perderlo.

mi ha anche proposto un'improbabile amicizia.
magari a lui l'avrebbe fatto sentire più buono concedere la sua amicizia (o meglio, qualche attenzione ogni tanto... ma l'Amicizia è altro!) alla povera me ancora innamorata. a me invece mi avrebbe fatto solo male.
se avessi continuato a frequentarlo, non sarei mai tornata lucida come sono ora e avrei continuato a sperare che (citando Rino Gaetano) "un mattino tu ti alzi e ami me". e ho deciso che devo rispettarmi un po' di più, che non posso scamazzarmi così.
tra l'altro il suo affetto non lo sentivo più, neanche quello. quindi che senso avrebbe avuto? quello che c'era tra di noi non lo si poteva chiamare "rapporto" (di alcun genere). gli fosse uscito una volta un "come stai?" dalla bocca o da una tastiera! era completamente disinteressato a me e alla mia vita.
in più sono convinta che si riesca a tornare amici in modo così repentino con una persona con cui si è avuta una storia, solo se per quella persona non si è mai provato nulla. e questa è stata l'ennesima conferma del fatto che per lui sono stata niente.
insomma, avevamo un bagaglio a metà e la sua parte era vuota... la solita disparità che non avrebbe fatto bene a me, ma neanche a lui.

per tutto il tempo da che abbiamo chiuso, poi, ha lasciato che io mi prendessi tutte le colpe.
mi ha fatta sentire come se fossi io a dovermi far perdonare qualcosa, quando era solo lui che doveva riconquistare la mia fiducia. ma non ha mai mosso un dito, né detto la parola giusta al momento giusto. perché fai qualcosa per farti perdonare solo se vuoi essere perdonato e recuperare un rapporto. la sua passività è stata l'ennesima conferma ai miei sospetti.
ha solo aspettato che io facessi la mossa sbagliata presa dall'esasperazione, e l'ho fatta.
io avrei potuto fare quello che volevo per recuperare il rapporto, per cambiare le cose... avrei potuto smuovere le montagne e dividere le acque... non sarebbe cambiato niente: lui aveva già deciso anche se non me l'aveva mai detto. solo una volta si è tradito. e quell'unica volta mi è bastata per capire tutto.
ma in fondo... se è stato capace di dirmi (durante i legittimi e sensati litigi dopo la notte-incubo-incontroconlagrandestronza-sotto-casa) "hai rovinato tutto perché hai voluto ascoltarla!" ribaltando completamente i ruoli (era diventata colpa mia e non sua se stavamo litigando)... avrei dovuto aspettarmi un comportamento del genere.
è facile aspettare che sia l'altro a sbagliare, per chiudere a testa alta e con la coscienza più leggera... facendo inoltre sentire l'altro come se avesse sprecato un'occasione di essere felice.
così mi sono sentita.
fino ad una mattina di dicembre che mi sono svegliata più risoluta che mai e ho fatto quello che avrei dovuto fare ad agosto subito dopo quella notte: l'ho chiuso fuori da me.
ho visto improvvisamente con lucidità tutta la trama dei giochi che non avevo voluto vedere fino a quel momento. sono stata ingannata.

mi sono sentita dire spesso che sono stata una delusione. ma sapesse quanto grande è stata la delusione mia, quando ho visto tutto con più chiarezza. e ho provato anche a dirglielo, ma non capirà mai finché resterà convinto della sua santità infallibile: continuerà a pensare sempre che gli errori li fanno solo le altre mentre lui è una povera vittima. e io sarò la nuova "pazza" (la terza in un anno) protagonista dei bizzarri aneddoti che racconterà alle prossime che a loro volta diventeranno "pazze" per quelle dopo, a meno che non decidano di annullare la propria personalità per assecondare il suo volere.
mi sono sentita offendere (pazza, paranoica, visionaria, alienata, rompipalle).
mi sono sentita un peso e allo stesso tempo inutile e superflua.

credo che lui non si sia mai reso conto di quale raro evento ha vissuto (io che, dopo 4 anni, faccio entrare qualcuno nella mia vita per vivermelo senza difese e proiettandomi al futuro); né tantomeno di cosa aveva tra le mani e di cosa ha perso.
io sono così simile a "Scomparire" di Giovanni Truppi: ho il cuore di cristallo.

e ho bisogno che chi mi vuole stare accanto se ne renda conto, lo capisca, non ne abbia pena e neanche paura, se ne sappia prendere cura e sia in grado di proteggerlo e conservarlo intatto (senza frantumarlo in un'infinità di pezzettini così piccoli da rendermi impossibile rimetterli insieme che poi restano i buchi e il cuore prenderà sempre troppo freddo fino a morirne).
mi aspettavo quantomeno un po' di accortezza in più nel maneggiarmi, dinanzi a tale evidenza (bisogna esser ciechi per non vedere quanto sono fragile!). ma non c'è stata nessuna premura. nessuno scrupolo.
ha trattato con i guanti chi non se lo meritava, e a me ha riservato solo dolore. come se la mia preghiera d'essere sincero sempre e di stare attento a non farmi male, l'avesse indispettito e spinto a ferirmi apposta.
ma in fondo è così che va il mondo (e che dolore ogni volta che incontro qualcuno che me lo conferma!): vincono le persone cattive, chi mente e chi non è in grado di chiedere scusa; le persone veramente delicate (e non quelle che fingono d'esserlo per stare al centro dell'attenzione e tenere sotto ricatto psicologico gli altri) son sempre quelle trattate con meno attenzione, e quindi le uniche che finiscono per rompersi davvero.
avere gli occhi limpidi (ed essere trasparenti in generale) è una maledizione. col tempo ho capito che spaventa. però è raccapricciante scoprire che la gente ha paura delle persone pulite, buone e trasparenti più che delle persone opache, cattive e ambigue. avete paura delle persone sbagliate!
sembrano considerazioni di una bambina che non ha ancora capito come funziona il mondo o che comunque comincia solo ora a intravederne le storture. in effetti spesso mi sento ingenua come una bambina.
però quant'è malato il mondo! ne muore sempre chi non lo merita.

io non meritavo niente di quello che m'ha fatto.
e valgo molto più di come mi ha fatta sentire lui.
di questo ora sono certa.
e in un certo senso mi sento libera.

purtroppo non sempre si desidera ciò che ci fa bene.
non sempre si ama la persona giusta.
io spesso amo quelle più sbagliate. lui, per esempio.
l'importante però è rendersene conto in tempo per convincersi a farne a meno.



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