venerdì 15 maggio 2020

Il non-tempo della quarantena.

Diario dalla quarantena - 15/05/2020

Sogno un mondo in cui il tempo non è più scandito dalle esigenze e dinamiche capitalistiche della rincorsa alla produttività, alla competitività, rincorsa che non lascia tempo né fiato per Vivere e a volte neanche per dormire. Una vita senza lavoro e senza orologi è l'unica cosa che manterrei della quarantena (una vita senza scadenze e ansie da scadenza, senza psicosi indotte da macchinose impalcature sociali ed economiche). Senza però il distanziamento imposto, le mascherine, la morte della carne. Con gli abbracci ancora possibili, le carezze, i baci. E coi concerti. E le arti finalmente libere. Non più tutti chiusi in casa a dar da mangiare ai mostri che ci abitano, fino a morirne, divorati noi. 
Sogno un mondo senza più confini, che siano le mura di casa o il quartiere o il comune di residenza o la regione o la nazione: sono tutti confini disegnati dall'uomo secondo criteri assolutamente arbitrari che non ci si spiega se non con un'ingiustificata megalomania imperialista, colonialista. A furia di colonizzare la terra ci hanno colonizzato il pensiero.
Sogno un mondo nuovo, migliore di quello in cui viviamo. Che non è il migliore dei mondi possibili, nonostante ci si ostini a tenerlo in vita con un patetico accanimento terapeutico: lasciamolo morire, questo capitalismo! Che ha dimostrato già troppe volte di essere fallibile e completamente sbagliato. Respira a stento, ormai, e avrebbe smesso già da tempo se non l'avessimo attaccato al respiratore artificiale. Smettiamola di piegare la realtà e riplasmare il futuro per riparare delle fratture e dei fallimenti che sono solo suoi! Smettiamola di reinventare i nostri bisogni in base alle sue imposizioni, per piegarci ai suoi dettami! È confuso, delirante, agonizzante, non sa neanche più cosa dice. È il momento di dirgli addio, lasciamolo andare! È pronto.
Diamo una possibilità alla vita! Basta un piccolo sforzo di fantasia.



Vignetta di How do you adult?

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